La squadra è composta da sette agenti mentre l’auto
aziendale può trasportare massimo cinque persone
L’anno nuovo è iniziato
esattamente come è finito il 2017, con un susseguirsi di episodi di violenza
sui mezzi pubblici che hanno coinvolto molti colleghi. L’azienda dai primi di
novembre ha messo come urgenza la sicurezza e il rispetto delle regole sui
mezzi che procedono non stop, circolando tutta la notte. Le linee 90 e 91 e la
sua “popolazione” è protagonista di queste decisioni prese a ottobre quando una
task force, composta dai vertici aziendali, dirigenti, funzionari, e per-sonale
(tutor e ope-ratori security), effettuano dei controlli a tappeto sulle filovie
che percorrono la circonvallazione.
L’operazione seppur lodevole ha dei
limiti: anziché coinvolgere davvero tutti i mezzi a rischio, si concentra sulle
due linee filoviarie oggetto mesi fa di un servizio denuncia della trasmissione
televisiva “Striscia la Notizia”.
Infatti, nello stesso periodo in cui ci si
concentra sulle linee 90 e 91, Atm si dimentica delle decine di rapporti informativi che da più di un
anno riguardano “L’ultimo treno per Gessate”: che non è il titolo di un film horror
ma la triste realtà in cui sono protagoniste le peggiori violazioni contro il
patrimonio mobile e umano dell’azienda stessa. Meno di un mese dopo, il bisogno
di sicurezza non accenna a diminuire, ma l’interesse per garantirla forse sì.
Infatti, la presenza iniziale delle forze dell’ordine tende a sparire con la
promessa però che interverranno in caso di necessità; i tutor diminuiscono
considerevolmente fino a rimanere in quattro a lavorare in straordinario e poi
il clou: la security.
Chi organizza il servizio di sicurezza pensa bene di
destinare un auto al servizio di vigilanza, utilissima ad esempio per rendere gli
spostamenti più rapidi. Peccato che ogni squadra sia composta da tre guardie
giurate e quattro tutor per un totale di sette dipendenti Atm mentre l’auto sia
omologata per cinque posti a sedere. A quell’ora, per effettuare i servizi di
sicurezza notturni sulle filovie, decine di auto aziendali sostano nei vari
depositi e potrebbero essere utilizzare per migliorare sensibilmente
l’organizzazione di tale importante incarico. Invece niente. I vertici non
hanno pensato o autorizzato l’utilizzo di tali veicoli.
Risultato di tale incomprensibile scelta è che per
portare l’intera squadra a destinazione bisogna fare due viaggi, o come qualche
volta è capitato abbandonare i tutor a se stessi durante i controlli notturni e
correre in emergenza da un’altra parte. Ma questa delle auto e di una cattiva
gestione delle risorse aziendali non è l’unica pecca.
Durante la manifestazione Porte aperte Atm svoltasi a
dicembre, l’azienda ha presentato un innovativo strumento di sicurezza: il Video
Puss.
Si tratta di una videocamera presente su un smartphone
che è in grado di offrire immagini in tempo reale alla centrale security. Uno
strumento utilissimo che garantirebbe una maggiore professionalità degli
operatori, oltre che ad una tutela in più per i colleghi alle prese
quotidianamente con sbandati, malviventi, e ubriachi.
Peccato che ha due mesi dalla presentazione la
tecnologia Video Puss è parcheggiata, come le automobili, in qualche computer della
sala operativa perché gli operatori sono privi dello smartphone necessario.
Alessio Morandi
Reparto Security

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